Percorso botanico “Fondi-Cimalbosco”

L’itinerario è di modesto impegno escursionistico, ma di grandissimo interesse naturalistico.
Inizia tra le ex baracche dei minatori, ora trasformate in belle baite che hanno fedelmente conservato, all’esterno, le caratteristiche architettoniche originarie.
Passa accanto alla chiesetta di S. Barbara, dedicata ai caduti sul lavoro e alle vittime dell’eccidio del 28 aprile 1945 e, guadato il torrente, consente di ammirare subito la Farfara (Tussilago farfara), dalla caratteristica fioritura del fiore giallo prima delle foglie (Filius ante patrem), il Farfaraccio (Petasites albus), la bianca Anemone (Anemone nemorosa) all’ombra dei pochi larici (Larix decidua) e dei moltissimi abeti rossi (Picea excelsa), e nei prati i Crochi bianchi e viola (Crocus albiflorus), i Ranuncoli montani, la Potentilla aurea, la Colombina (Corydalis bulbosa), la Viola (Viola hirta) e l’Anemone epatica (Hepatica nobilis), usata in passato per curare le malattie del fegato, secondo “la teoria magica delle segnature” di Paracelso.
Tagliando sempre i tornanti della ex strada militare, costruita nel 1915, che tramite il Passo del Vivione collega la Val di Scalve con la Valcamonica, giunge alla malga di Campo, tutt’ora monticata, nelle cui vicinanze svetta un maestoso abete rosso (ol pagherù de Cap).
Proseguendo sempre in salita e cercando di mantenersi al limitare dei prati, adibiti a pascolo, arriva ad un vero e proprio “giardino botanico naturale”, la zona sopra le baite Lazioli (Zambèi), che offre agli occhi dell’escursionista uno spettacolo di rara bellezza, grazie all’eccezionale varietà cromatica delle specie presenti.
Al giallo della Orchidea sambucina (Dactylorhiza sambucina), dei Ranuncoli (Ranunculus montanus), dell’Anemone sulfurea (Pulsatilla apiifolia), della Primula odorosa (Primula veris) e della Gagea (Gagea fistulosa), si alternano l’azzurro delle Genziane (verna ed acaulis), del Nontiscordardimé (Myosotis alpestris), del Muscari (Muscari botrioides), il rosso-porpora dell’altra varietà di Sambucina e il viola della rara Fritillaria (Fritillaria tubaeformis).
Ripreso il cammino, dopo aver attraversato il torrente, si inoltra nel bosco ricco di Ellebori (Helleborus viridis) e di Campanellini di primavera (Leucojum vernum) e con le rare Dafne (Dafne mezereum) e Cardamine (Cardamine enneaphylla) ed ecco all’improvviso apparire sopra la malga Cimalbosco il più bell'esemplare di Acero di monte (Acer pseudoplatanus) della Bergamasca; la sua mole imponente (circa 25 m di altezza e 4 m di circonferenza alla base) si staglia in uno scenario stupendo, formato dalle cime dolomitiche, ancora innevate, della catena della Bagozza, del monte Vai Piane, di Ezendola, del Sòssino, del Pizzo Camino e più a sud del gruppo della Presolana, montagna simbolo della Val di Scalve. Qui termina il nostro itinerario, all’imbocco della stradina poderale che porta alla magnifica conca dei Campelli meta prediletta degli sci alpinisti.

Gruppo Culturale Amici dell'Orso