Non si può considerare totalmente una sorpresa, dal
momento che le premesse di un buon risultato erano state poste con cura
e competenza da committenti, progettisti ed operatori preparati e appassionati;
ma non è comunque scontata l’esperienza di vedere andare visibilmente
a buon fine le semine valide.
La qualità della committenza si è evidenziata
dai primi passi dell’iniziativa; non è sempre facile coniugare passione
e discrezione, preoccupazione e rispetto, controllo e serenità,
esigenze personali e prassi tecniche e burocratiche, rapporto commerciale
e relazioni umane. E’ corroborante poter partecipare a esperienze che contribuiscono
a dare della realtà una immagine gradevole, e che vissute in un
conteso ecclesiale entrano nell’ambito della testimonianza.
La qualità dei progettisti è stata giustamente
riconosciuta e apprezzata: è bello, come uomini e come professionisti,
notare impegni e capacità di riconoscimenti. Non sempre la preoccupazione
o forse l’esigenza dell’aspetto economico permettono che si evidenzi il
livello della professionalità, e non sempre questo vive tra persone,
e soprattutto tra colleghi, con il coraggio di riconoscerlo.
La qualità dell’esecuzione comporta un insieme
di dotazioni che vanno ben al di là di quelle tecnologiche, e che
si coniugano nella capacità imprenditoriale elevata e quindi lungimirante,
nella implementazione degli aspetti procedurali con il largo respiro della
visione complessiva della realtà, nella gestione delle maestranze
con l'attenzione e la cura degne di una preziosa risorsa, con uno sguardo
sugli orizzonti senza estraniarsi dalla situazione, con l'attenzione alla
ricerca che fa i conti con il cantiere. Chi si misura ogni giorno con queste
complessità ne conosce la fatica, ma ne apprezza gli sforzi e gli
esiti. La committenza è contenta della qualità del risultato,
gli esperti approvano, e questo fa piacere, e per questo alla ricompensa
economica si associa il ringraziamento.
Le persone di Vilminore hanno dato e danno, tanto e in
diversi modi: attenzione, collaborazione, soldi, e senz'altro dentro questo
dare anche tanta fatica, ma probabilmente anche affetto, forse speranza
che trascende i metri cubi e quadri della muratura. Forse è un dare
che diventa segno e mezzo di un darsi, o di un restituirsi. Qualcuno, tra
coloro che hanno dato, nell'evolvere del tempo è mancato dalla comunità
materiale; è impossibile quantificare la ricchezza del dono, perché
è in parte nascosta nel mistero del cuore di chi dona, ma certo
qualcuno ha portato con sé, per l'incontro che segna il termine
della vita materiale, un tesoro prezioso, e in chi rimane è vivo
il ricordo della sua opera. Come appassionati anche di cielo, restiamo
sempre ammirati di questa misteriosa permanenza.
Rompendo il silenzio, che copre anche gli aspetti negativi,
ma che rende quelli belli ancora più interessanti: congratulazioni
e grazie.