IL DISASTRO DEL GLENO
prima edizione

Dedico questo modesto lavoro agli abitanti della cittadina di Darfo Boario Terme, ai quali mi lega una lunga consuetudine di vita ed un affetto profondo; lo dedico anche ai miei vecchi allievi della Valle di Scalve, ai quali mi lega il ricordo di alcuni anni della mia giovinezza.
A tutti questo ricordo giunga come se provenisse dai Padri che dopo una vita laboriosa e piena di travagli videro troncata la loro esistenza dall'immane disastro della Diga del Gleno, nel tragico sorgere dell'ormai lontano sabato 1 dicembre 1923.

Autore di questo libro (e ve ne accorgerete scorrendo gli atti processuali) è il popolo, lo stesso che cinquant'anni orsono affrontò con coraggio la durissima prova del disastro del Gleno: la popolazione, in particolare, di Bueggio, Dezzo, Mazzunno, Darfo.
L'introduzione mi è necessaria perchè mi possa chiedere se il lavoro svolto con tanta pazienza consultando giornlai dell'epoca, archivi comunali e privati ed altre numerose fonti, sarà o non sarà utile. Credo proprio che sì. Anche per il fatto (escluse le pubblicazioni di parte) nessuno fino ad oggi ha affrontato organicamente il discorso generale sul disastro. Il libro, per la Valle di Scalve e per Darfo Boario Terme, resterà a ricordo di un incubo passato, ora che le zone devastate, seguendo ognuna la propria naturale tendenza, hanno raggiunto un notevole sviluppo.
Mi hanno fornito documenti, fotografie dell'epoca, suggerimenti ed aiuti alcuni amici che intendo vivemante ringraziare: Luigi Sangalli di Corna, Silvio Minelli di Terzano, Francesco Benedetti di darfo, Armando Villa di Montecchio, i soci confondatori del sodalizio "Testi letterari e storici camuni", il rag. Franco Santi, il sac. Franco Zamboni arciprete di Vilminore, al famiglia ing. Bonicelli e ing. Flaviano Capretti, di Vilminore, avv. Franco Mai di Schikpario, Giovanni Duci di Bueggio, mons. Giovanni Antonietti, il dr. Gino Romelli Gervasoni, la Direzione scientifica e tecnica della fondazione "Monumenta Bergomensiana". Mi furono preziose collaboratrici nelle ricerche d'archivio e nella stesura le signorine Catia Ducoli e maura Lunini.

Giacomo Sebastiano Pedersoli

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