Franca Bettineschi, di Dezzo, intervista raccolta nel 1983.
Quanti anni aveva quando è accaduta la disgrazia?
Avevo solo quattro anni ma ho ancora vivo il ricordo di quella terribile
tragedia.
Che cosa ricorda?
Mi trovavo con le sorelle e la mamma presso la casa di una zia. Ad un certo
punto sentiamo un forte rumore che ci sembrò provocato da un camion che passava. Ci
affacciamo per vederlo passare. Ci fu allora un violento spostamento d'aria che
ci buttò a terra. Persi i sensi e mi svegliai dopo parecchio tempo, sentii
intorno a me delle voci che dicevano di lasciarmi perdere (pensavano che fossi
morta) e di curare le mie sorelle. Dopo aver soccorso loro, si rivolsero anche
verso di me e si accorsero che ero ancora viva. Avevo la bocca piene di fango.
Riuscii fortunatamente a rigettare tutta l'acqua e il fango che avevo inghiottito e mi
salvai.
Che cosa era successo mentre lei era svenuta?
La mamma mi prese in braccio e disse alle mie tre sorelle di aggrapparsi alla
gonna.
Con me in braccio e le tre bambine attaccate alla gomma si attaccò ad un gancio di
ferro che pendeva dal soffitto e che serviva ad appendere i salami, in questo modo
riuscì a sollevarsi dal pavimento che si stava allargando. L'acqua continuava a
salire ma non riuscì a raggiungerci.
Ha avuto qualche lutto in famiglia?
Purtroppo papà che lavorava al forno fusorio, nel tentativo di salvarsi, si
rifugiò in caso del fratello, ma fu travolto dall'acqua e morì. Persi anche un
fratellino di un mese e dormiva nella culla. La mamma non poté salvarlo.
Che cosa ricorda di quei giorni?
Ricordo la desolazione del mio paese raso al suolo. Ricordo il conte Suardo
che aiutò molto i superstiti. Chiese più volte a mia mamma di potermi adottare
ma lei non accettò.