Franco Novelli, di Dezzo, anni 81, intervista raccolta nel 1998.
Come si chiama?
Francesco Novelli
Quanti anni ha?
81
Dove si trovava la mattina del primo dicembre 1923, al momento del crollo della
diga del Gleno?
Mi trovavo in cucina, stavo facendo le "aste" e improvvisamente è mancata
l'energia elettrica. Abitavo ad Azzone e uscito fuori casa per vedere cosa fosse
successo, vidi una immensa montagna d'acqua e le persone anziane vicino a me
dissero che
si era rotta la diga del Gleno
Che cosa ha fatto dopo?
Sono sceso al Dezzo perché era li che abitava mio padre.
Quali immagini le sono rimaste più impresse?
Quando, giunto al Dezzo vidi tutta quella melma giallastra e da questa
fuoriuscivano le gambe di un bimbo.
La sua casa al Dezzo fu distrutta?
No perché riparata da un mucchio di fieno.
Com'era il paese di Dezzo prima del disastro?
La parte di Colere era con più case perché oltre all'attuale strada ce n'era
una parallela.
Sono morti alcuni suoi familiari nel disastro?
No, anche se mio papà abitava nella casa al Dezzo, e solo verso mezzogiorno
fummo informati che era ancora vivo perché si era aggrappato ad un tronco ed era
riuscito ad arrivare nella parte di Dezzo verso Azzone.
Temevate che la diga del Gleno potesse cedere?
Sì, perché c'erano già delle perdite in corso e quindi la gente temeva la
possibilità di un crollo.
Come furono organizzati i soccorsi?
I soccorsi furono numerosi e la gente cercò di arrangiarsi alla buona, fu
costruita una passerella tra Dezzo di Azzone e Dezzo di Colere per scambiarsi
notizie riguardo ai defunti che venivano man mano ritrovati e riconosciuti, di
molte persone non si seppe più nulla perché andate disperse tra le macerie.