Morelli Giacomo   (sindaco di Azzone all'epoca del disastro).

"Ho visto da Azzone, ove io abito, situato a monte della frazione del Dezzo, il precipitare dell'immensa valanga di acqua, avvertito dallo scoppio provocato dagli altiforni in riva al Dezzo che erano in funzione. Una grande fiumana si estese in tutta la valle, e compresi la gravità del disastro. Saranno state circa le ore sette e mezzo. Scesi subito nella frazione in riva alla fiumana d'acqua che era all'altezza dei fabbricati, anzi sorpassandoli e distruggendoli completamente, dalla sponda destra, ove si trovava l'ufficio postale. Posso dire che nulla assolutamente rimaneva dell'ufficio postale, perché l'immensa ondata delle acque era così enorme, così alta, che portò via le case intere, travolgendo a valle ogni cosa, sradicando in certi punti perfino le fondamenta. Era impossibile assolutamente che qualche cosa, anche voluminosa o pesante, potesse resistere all'immensa precipitazione delle acque".
(Dall'Archivio del comune di Azzone su carta intestata: "Amministrazione delle Poste e dei Telegrafi - Ispezione Provinciale di Bergamo").

(Tratto dal libro "Il disastro del Gleno" di G. Sebastiano Pedersoli - Edizione riveduta in occasione del 75° anniversario - Copyright Edizioni Toroselle di Pedersoli dott. Giacomo)

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