Belingheri Giuseppe fu Domenico, detto “Borghem”, classe 1883, Colere.

“…l’inganno appunto consisteva nel dare l’apparenza che i pilastri fossero regolarmente muniti di ferro, mentre per l’inverso ne erano sprovvisti, ad eccezione della sommità di essi”. “…(un giorno il Viganò affermò, me presente): …chi comanda e chi paga sono io, e voglio che si metta dentro la calce; e la diga, se non vuole stare su, che la vada giù”. “…un giorno il mio compagno di lavoro, tal Luigi Cassani residente nel basso milanese, venne chiamato d’urgenza da uno degli assistenti della Ditta Vita, perché portasse con sé molti di quei ferri corti. Quando tornò, rideva. Gli chiesi allora il motivo della sua ilarità… e mi disse che servivano a tirare in inganno il sig. Viganò ed i suoi ingegneri facendo credere che erano stati messi ferri lunghi… Noi operai da allora chiamammo questi ferri corti finti montanti”.

(Tratto dal libro "Il disastro del Gleno" di G. Sebastiano Pedersoli - Edizione riveduta in occasione del 75° anniversario - Copyright Edizioni Toroselle di Pedersoli dott. Giacomo)

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