Articolo tratto da "L'Eco di Bergamo" giovedì 7 agosto 2003
Colere, il "coprifuoco " per la festa della luna danneggia i villeggianti: 16 controlli in 5 giorni

Spettabile redazione, coprifuoco al Passo della Presolana? Da oltre quarant'anni frequento questo posto, ci sono cresciuto d'estate, ci ho cresciuto i miei figli e mi appresto a collaborare nel far crescere i miei nipotini; qui, tra Valle Seriana e Valle di Scalve, passo non solo gran parte dell'estate, ma numerosissimi giorni all'anno, che il mio lavoro fortunatamente mi lascia liberi; qui risiedono mio fratello e la sua famiglia; qui ogni estate, avendo una casa grande, invito amici, che hanno voglia di passeggiare tra questi monti splendidi e che hanno voglia di godersi il Festival Jazz di Clusone, evento culturalmente molto più importante di quanto venga in genere messo in evidenza. Ma c'è un problema; a fine luglio, proprio quando ho il maggior numero di ospiti, amici e figli, circolare è diventato un problema; non parlo del traffico, il che sarebbe anche fisiologico, ma dei continui e fastidiosi posti di blocco di carabinieri e finanza. Nulla da eccepire, in linea di principio, ai controlli sulle strade. Indossiamo le cinture di sicurezza, rispettiamo i limiti di velocità, siamo astemi o decidiamo di esserlo, accendiamo le luci anche di giorno, paghiamo l'assicurazione e siamo sempre provvisti dei nostri documenti di identità, e infatti non abbiamo preso nessuna multa, ma il solo equipaggio della mia macchina è stato fermato per controlli 16 volte in 5 giorni! Nulla da eccepire neppure sulla cortesia formale dei tutori dell'ordine, naturalmente, ma farsi controllare tre volte il bagaglio dal Passo della Presolana a Colere (12 chilometri), per constatare che quattro signori cinquantenni alle 6,30 del mattino, con zaini e panini... vanno a fare un'escursione in montagna, e alle 16 tornano dalla stessa escursione, e negli zaini c'è sempre la stessa biancheria, ma sudata, e mancano i panini. Ironia a parte, questo è una zona turistica, il controllo sulle strade è sacrosanto, ma la frequenza e la capillarità di questi controlli supera di gran lunga il limite tollerabile. Conosco l'antefatto: il sindaco di Colere ha emanato un'ordinanza che impone un controllo severo sugli "estranei" per questa settimana cruciale di luglio, tradizionalmente dedicata a una festa "della luna" che al sindaco non piace (e avrà anche le sue ragioni); ma noi che c'entriamo? Perché dobbiamo vivere le nostre vacanze in questo clima da stato d'assedio contro un nemico invisibile e probabilmente inesistente. Perché Colere, splendida località, ben dotata dal punto di vista sciistico e paesaggistico (e dove spendiamo i nostri soldi da decenni), deve divenire per una settimana un paese spettrale, dove una decina di giovani dall'aspetto forse inusuale qui (ma comune nel chiostro di qualsiasi università durante la pausa pranzo) si aggirano senza sapere cosa fare? Perché quando entro in un bar mi chiedono se sono un giornalista, quasi stupiti che un cinquantenne calvo che non è qui per un'inchiesta giornalistica voglia consumare un caffè a Colere durante il "coprifuoco"? Quello che per il sindaco di Colere è un rimedio all'invasione, per noi è un ostacolo ad andare a passeggiare e a mangiare nei ristoranti su quel territorio comunale. Si tratta forse di un invito ad andare a passare altrove le nostre vacanze? Temo che tale scelta potrebbe imporsi, per molti.
MARCO SORESINA

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