Articolo tratto da "Giornale di Bergamo" lunedì 1 agosto 2005
Primo piano/3. Il fotografo di Vilminore Capitanio: "Ingiusto non poter arrivare a Colere"
"Almeno resterà un archivio"

VILMINORE - "Se è Vero che quella del 2005 sarà l'ultima edizione, almeno della Festa della Luna resterà una sorta di archivio". Giorgio Capitanio, fotografo di Vilminore, ha messo insieme una gran quantità di immagini e le ha pubblicate sul sito www.scalve.it. Sono foto soprattutto dei primi anni: "Allora era una cosa organizzata, si suonava e c'erano 300, 400 persone. Alla fine li organizzatori pulivano l'area. Io negli ultimi anni non ci sono più stato". Di quelle estati degli anni '80 si vedono giovani che suonano, poca folla. Poi qualcosa è cambiato: "Nei primi anni novanta la vecchia organizzazione si è tirata indietro - racconta Capitanio - Non si sono fatti più concerti, succedeva di tutto, nessuno si è più voluto assumere la responsabilità della Festa". Gli anni novanta sono stati il culmine e insieme la causa della fine della festa. Droghe sintetiche, migliaia di persone che nessuno poteva controllare. Secondo Capitanio anche la Val di Scalve non riconosceva più la sua Festa: "I giovani di qui non la sentivano più loro". Nonostante questo il modo in cui le istituzioni di Colere hanno fatto sì che la festa finisse non piacciono al fotografo: "Non trovo giusto non poter arrivare a Colere - protesta Capitanio - Hanno voluto fermare la Festa più che lo spaccio di droga. E' una forma di repressione che non mi piace. E poi bisogna saper distinguere tra le droghe: vietare la marijuana a una festa di giovani è un po' come togliere il vino alla festa degli alpini". (sim.b.)

www.scalve.it