Articolo tratto da "Giornale di Bergamo" lunedì 1 agosto 2005
Festa della Luna/3. Pareri diversi tra gli abitanti di Colere: c'è chi ama la manifestazione e ci la odia
L'appuntamento che divide

COLERE - La festa della Luna suscita nei cittadini della località della Val di Scalve reazioni diverse. Con l'ultima edizione dell'evento alcuni abitanti tirano un sospiro di sollievo, altri invece rimpiangono i bei tempi quando erano più di ventimila persone ad affollare il paese.
"La Festa della Luna non giovava all'immagine del paese - spiega Giorgio Piantoni - all'inizio era tutta un'altra festa, vi partecipavo anch'io, era solamente ritrovarsi in compagnia, suonare con gli amici, poi la situazione ha cominciato a degenerare di anno in anno. Il vero problema è che non c'era più il tipo di persone che frequentavano la festa agli inizi, in questi ultimi anni c'erano solo tossici, leoncavallini, extracomunitari. I turisti a causa di questa festa non venivano più a Colere, l'immagine del paese ne risentiva molto. Ora il sindaco ha usato il pugno di ferro e anche grazie alle forze dell'ordine che hanno controllato al meglio la zona, le cose sembrano essersi sistemate, questa dovrebbe essere l'ultima edizione, almeno speriamo". Se alcuni cittadini esultano nel constatare che la festa non è più quella di qualche anno fa, altri paesani non riescono ad accettare che la Festa della Luna abbia avuto una così triste fine. "Non c'è più nessuno - dicono Paolo e Marco, due giovani del paese - ormai la festa è definitivamente morta. La colpa non è degli abitanti perchè a molti piaceva questa festa, la fine della Festa della Luna è da attribuire solamente al sindaco e agli assessori". Anche dal punto di vista economico alcuni hanno pagato questi provvedimenti presi dal sindaco. Io portavo la legna ai ragazzi - dice Giovanni Bendotti - tanti quintali, quaranta, cinquanta, con i miei figli rifornivamo di legna tutta la festa e guadagnavamo anche parecchi soldi, adesso che tutto è finito non vediamo il becco di un quattrino. Molti dicevano che erano soldi sporchi, secondo me invece non era così. Anche i negozianti del paese si lamentano perchè quando c'erano migliaia di ragazzi in quei tre giorni facevano affari d'oro, d'ora in poi non guadagneranno più nulla".
I. Inv.

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