Il mantello dì Cebète Commensali Seduta a un
tavolo di quelli a quattro posti c'è una signora. Dà un'occhiata al menu,
scartoccia il pane. Poi entra un giovinotto che si siede all'altro lato del
tavolo, ma di sbieco alla signora, vicino al finestrino. Poi viene un secondo
giovinotto e si siede accanto al primo. La signora o è sbadata o non è pratica,
perché, se la carrozza si riempie, per far passare chi venga a occupare il
quarto posto rimasto vuoto, dovrà alzarsi. Difatti viene avanti un signore, si
ferma presso la signora, che si alza. Passa il cameriere con le bottiglie;
passano i due camerieri coi vassoi delle vivande. Strana gente, dico tra me;
almeno un cenno del capo si usa, sedendo insieme a mensa, gomito a gomito; e
quello che ha dovuto far alzare la signora, avesse detto "Scusi", era il meno
che poteva e doveva. Mangiano tutti e quattro, gli occhi svagati e spenti ora
sul piatto ora di là dal finestrino. Alla fine viene il cameriere con la
cassetta dei soldi. Il signore fa un gesto col dito, come per dire, "Conto
unico". Dunque, padre madre e figlioli; quattro facce squallide, e come
consumate da una lunga noia. |