Rassegna Stampa

Articolo tratto da "Gazzetta Comunale di Vilminore" marzo 2005
Dalla Biblioteca Civica
CONVEGNO MANARA VALGIMIGLI

Nel prossimo mese di settembre, il giorno 19 per l’esattezza, Vilminore avrà l’onore di ospitare un convegno dedicato alla figura di Manara Valgimigli in occasione del 40° anniversario della scomparsa.
La biblioteca in unione con l’amministrazione di Vilminore ha deciso di dare corso a questo appuntamento culturale, di cui anticipiamo solo la data riservandoci di dare maggiore spazio all’iniziativa sul prossimo numero d’agosto della Gazzetta Comunale.
Di seguito verrà pubblicato un profilo dell’illustre grecista, richiesto al “Centro Studi Valgimigliani” di S. Piero in Bagno, tracciato da Maria Vittoria Ghezzo, sua allieva prediletta, e contenuto nel volume “Manara Valgimigli 1876- 1965. Studi e ricordi”.

Manara Valgimigli nacque il 9 luglio 1876 a San Piero in Bagno (allora provincia di Firenze, oggi di Forlì), sull’Appennino tosco-romagnolo.
Il padre, Antonio (1848-1944), era maestro elementare, poi ispettore scolastico. La madre, Sofia Baldelli (1852-1887), era figlia del farmacista dell’ospedale di San Piero. Fece le elementari a San Piero e a Siena, il ginnasio e il liceo a Lucca, l’Università a Bologna, dove si laureò col Carducci il 15 novembre 1898. Il 30 novembre un telegramma di Giovanni Pascoli gli propose l’ insegnamento di lettere in una quarta ginnasiale del ginnasioliceo pareggiato “Dante Alighieri” di Messina. Il 6 dicembre Valgimigli sbarcava a Messina e cominciava il suo primo insegnamento. Le tappe della sua carriera, “dalla gavetta”, come diceva, si possono così sintetizzare:
1898 - 1903 Messina Ginnasio Superiore (pareggiato)
1903 - 1908 La Spezia Ginnasio Inferiore (di ruolo)
1908 - 1909 Lucera Liceo
1909 - 1914 Messina Liceo
1914 - 1916 Massa Liceo
1916 - 1920 La Spezia Liceo
1920 -1922 Pisa Liceo
1922 - 1924 Messina Università
1924 - 1926 Pisa Università
1926-1948 Padova Università
Dal 1948 al 1955 fu Direttore della Biblioteca Classense di Ravenna. Rinunciò all’incarico, che era a vita, temendo di non poterlo conservare con l’assiduità consueta, e Ravenna lo onorò conferendogli la sua cittadinanza. Nel 1955 tornò ad abitare a Padova dove continuò la sua attività di studioso. Alle date della carriera si intrecciano quelle familiari: nel dicembre 1899 sposò Alessandra Cantoni (1865-1904), da cui non ebbe figli. Nel 1908 sposò Emilia Locatelli (1887-1939), da cui ebbe tre figli: Erse (ottobre 1909 – dicembre 1940), Bixio (ottobre 1912- gennaio 1920), Giorgio (1916), vivente, primario chirurgico. Nella casa estiva di lui, villa Erse, in Vilminore di Scalve (Bergamo), si spense nella notte tra il 27 e il 28 agosto 1965, poco dopo la mezzanotte. E’ sepolto nel cimitero di Sant’Anna, in Asolo, dove riposano la moglie e la figlia, e dove fu poi traslato, dai Boschetti, il cimitero della Spezia, il figlioletto Bixio. Fu iscritto al Partito Socialista dal 1898. A Pisa (dove insegnò una prima volta al Liceo, dopo aver vinto il concorso per le grandi sedi, e una seconda volta all’Università di Messina, quando la facoltà di Lettere fu soppressa) la sua antica appartenenza al socialismo gli attrasse, specialmente dopo l’adesione al manifesto di Croce, persecuzioni anche violente, che lo indussero a lasciare quella cattedra nel 1926. Dalla Università di Padova, dove già insegnava Concetto Marchesi, gli giunse l’invito concorde della Facoltà di Lettere ad assumere la cattedra di Letteratura Greca, che egli accettò e tenne fino al 1948.Non fu mai iscritto al Partito Fascista. Nel 1943, dopo il 25 luglio, fece parte del Senato Accademico, come Preside della sua Facoltà, durate il Rettorato di Concetto Marchesi. Nel 1944 fu arrestato con l’accusa di cospirazione e tenuto in carcere a Belluno dal 23 aprile al 23 maggio. Dopo la Liberazione, ricostituitisi i partiti, si iscrisse nuovamente al Partito Socialista Italiano.
Dopo il collocamento in pensione fu nominato Professore emerito. Gli fu conferita la medaglia d’oro di benemerenza per la scuola, la cultura, l’arte, e nel 1963 quella di benemerenza della Provincia di Padova. Nel 1954 gli fu assegnato a Milano il premio Ines Fila per la Letteratura, nel 1964 il premio Viareggio per la Saggistica. Esperto di giornalismo fin dalla giovinezza, fu collaboratore di numerosi quotidiani, come “Il Resto del Carlino” (al quale si vantava di aver collaborato fin dal 1896), “Il Corriere della sera”, “Il Giornale d’Italia”, “Il Gazzettino”, “Il Messaggero”, “La Gazzetta del Popolo”, “La Nazione”, ecc. Collaborò pure a numerose riviste, come la “Nuova Antologia”, “Pègaso”, “Pan”, “Il Ponte”, “Leonardo” (ove pubblicò molte recensioni di opere classiche, dal 1925 al 1939), “Dioniso”, “Le Tre Venezie”, “Smeraldo” ecc. Fu membro dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, dell’Accademia Patavina di SSLL.AA., dell’Arcadia (col nome accademico di Licone Tracio), dell’Accademia Virgiliana di Mantova, dell’Accademia degli Oscuri di Lucca. Schivo di onori e riconoscimenti ufficiali, era stato tuttavia sensibile, nell’ottobre 1946, alla elezione a Socio Nazionale dell’Accademia dei Lincei (ricostituita dopo la guerra), nella classe di Scienze Morali, categoria del Critici dell’arte e della poesia. L’accettazione era stata unanime. Questa la motivazione: “ Manara Valgimigli è uno dei maggiori Maestri che vanti ancora la scuola italiana. Filologo, commentatore, interprete di Omero, di Eschilo, di Saffo come di Platone e di Aristotele, studioso egualmente delle lettere italiane alle quali ha dedicato notevoli saggi, attento agli sviluppi del pensiero estetico contemporaneo, scrittore di rara virtù stilistica, egli reca nella critica il frutto di tanto varie ed elaborate esperienze, riuscendo a sintesi felici”.
Maria Vittoria Ghezzo, Milazzo 1977

Manara Valgimigli

www.scalve.it