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Museo Etnografico

MUSEO ETNOGRAFICO DI SCHILPARIO

Orari: Tutti i giorni dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 13,00 alle 17,30
tel. 0346 55393

IL MULINO

Il mulino dei cereali, sempre collegato alla ruota - "anima" dell'edificio - mediante un albero di trasmissione e delle pulegge (ora scomparsi), indica una attività fra le tante di questo edificio che oggi ospita il Museo. Installato in epoca molto recente - negli anni della seconda guerra mondiale - il mulino assicurava un servizio importante, consentendo inoltre di sfruttare la produzione locale di cerali, irrisoria, ma necessaria all'economia di sussistenza. Tra gli oggetti: il grande setaccio "crièl" e la pala; oltre allo speciale contenitore usato per pesare i cereali alla stadera.

Raccoglievamo il frumento, ne facevamo dei mazzi e poi lo distendevamo nel solaio o nei porticati… Quando era bene secco, le donne lo allargavano e lo battevano con il "flèl" … due o tre da una parte, due o tre dall'altra. Poi lo crivellavano bene… le spighe che avevano ancora dei grani venivano messe in un sacco e battute con il "maol", così si staccavano tutti i chicchi… a quel punto era pronto d'essere portato al mulino…
Il mulino era stato impiantato in tempo di guerra, dopo il '40, e veniva dal Dezzo, dov'era stato acquistato -senza che poi venisse più usato- appena dopo il disastro del Gleno. Macinava solo grano e melga… non è mai stato usato per macinare qualcosa d'altro.
Il cassone che si vede serviva per la farina del grano… quello della melga era molto più grande ed era attaccato dall'altra parte… il grano usciva da un buco, la melga dall'altro, e venivano setacciati alla perfezione…
Il mulino è ancora nella sua posizione originaria, solo che una volta veniva azionato dalle pulegge che partivano dalla ruota… il funzionamento era molto semplice… l'albero girava e metteva in movimento gli ingranaggi… la ruota in altro prendeva a girare e macinava contro la ruota in basso, che era invece fissa…
A furia di usarle le ruote si logoravano, diventavano lisce… allora venivano alzate con le due staffe e battute di nuovo con la mazzetta, a mano, fino che tornavano a essere pronte per macinare.
Il volante serviva per alzare o stringere le ruote, secondo che si dovesse macinare del frumento o del granoturco.

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