CRONOLOGIA
La  Chiesa si schiera dalla parte della restaurazione

Convocato con lo scopo di promuovere un'azione comune tra le grandi potenze e di giungere a una nuova sistemazione politica-territoriale dell'Europa, il congresso di Vienna fu un'assemblea internazionale di grande rilievo. Inaugurato nell'ottobre 1814, con la presenza dei massimi rappresentanti delle potenze vincitrici sulla Francia napoleonica (lo zar Alessandro I di Russia, il cancelliere austriaco K. von Metternich, il plenipotenziario prussiano K.A. Hardenberg e, per la Gran Bretagna, il ministro degli Esteri R.S. Castlereagh, ai quali si aggiunse, per la Francia legittimista, C.M. Talleyrand) e, in posizione secondaria, dei rappresentanti della maggior parte degli altri Stati d'Europa, si concluse il 9 giugno 1815, con la firma di vari trattati e di un "atto finale", risultato di una serie di compromessi tra i rappresentanti delle cinque maggiori potenze, riguardante l'assetto dell'intero continente. Dei "cinque grandi", Metternich rappresentava il conservatorismo più programmaticamente ostile a qualsiasi riforma in senso liberale e il più interessato alla stabilità dell'Europa continentale. Al di là dei molti baratti e compromessi, la nuova sistemazione territoriale volle essere un'affermazione delle monarchie legittimiste e fu studiata in modo da offrire innanzi tutto garanzie contro un eventuale nuovo espansionismo francese. Lo Stato Pontificio venne ripristinato nei suoi precedenti confini, a eccezione del territorio ferrarese assegnato all'Austria.

Torna a:
Diplomazia

www.scalve.it