CRONOLOGIA
Concilio di Trento

Auspicato dalle forze riformatrici della Chiesa cattolica e sollecitato dall'imperatore Carlo V fin dal 1530 con l'intento di riunificare la cristianità lacerata dalla Riforma, un nuovo concilio ecumenico fu varie volte annunciato e rinviato. Esso aprì infine i lavori a Trento, sotto papa Paolo III, nel 1545.

I principi protestanti intanto riuniti a Worm manifestarono il proprio dissenso per il modo con il quale era stato convocato dal papa il concilio e rivendicarono l'autonomia religiosa della Germania.

Trasferito per un breve periodo a Bologna, per sottrarlo all'influenza di Carlo V, chiuso e riaperto due volte nel 1551 e nel 1562, il concilio si chiuse definitivamente nel 1563 con l'approvazione, nell'ultima delle sue sessioni, di importanti provvedimenti di riforma ecclesiastica (residenza dei vescovi, istituzione di seminari, catechismo, ecc.). Il radicamento dei protestanti, l'indebolimento di Carlo V e l'opera riorganizzatrice già in atto nella Chiesa di Roma, esclusero allora ogni ipotesi di riconciliazione della cristianità. Al centro dei lavori del concilio fu posta l'intransigenza dogmatica cattolica, che respinse le tesi del protestantesimo e riconobbe il papa come capo supremo della Chiesa. Nel 1564 papa Pio IV ne pubblicò le conclusioni. Il concilio fu l'espressione più significativa della Controriforma. Pose un freno, benché parziale, agli scandali e abusi più evidenti del clero; e d'altro canto condannò come eretici Lutero e gli umanisti (come Erasmo da Rotterdam), vietando le loro opere nonché le traduzioni in volgare della Bibbia.

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