CRONOLOGIA
1864: IL "SILLABO"

Il Sillabo, titolo completo latino "Syllabus complectens praecipuos nostrae aetatis errores" (Sillabo che abbraccia i principali errori del nostro tempo), è un elenco di ottanta proposizioni riguardanti gli errori del tempo, pubblicato da papa Pio IX unitamente all'enciclica "Quanta cura", l'8 dicembre 1864. Gli errori condannati sono raggruppati in dieci paragrafi così suddivisi: 1, panteismo, naturalismo, razionalismo assoluto (proposizioni 1-7); 2, razionalismo moderato (proposizioni 8-14); 3, indifferentismo e latitudinarismo (proposizioni 15-18); 4, socialismo, comunismo, società segrete, società bibliche, società clerico-liberali (con il rimando a precedenti encicliche dello stesso pontefice); 5, errori sulla Chiesa e sui suoi diritti (proposizioni 19-38); 6, errori intorno alla società civile considerata in se stessa e nei suoi rapporti con la Chiesa (proposizioni 38-55); 7, errori circa la morale naturale e cristiana (proposizioni 56-74); 8, errori circa il matrimonio cristiano; 9, errori circa il potere temporale (lat. "civilis principatus") del romano pontefice (proposizioni 75-76); 10, errori che si riferiscono al liberalismo (proposizioni 77-80). Il documento suscitò aspre polemiche esasperando da un lato l'intransigenza dei cattolici conservatori e offrendo, dall'altro, l'opportunità agli avversari del cattolicesimo di sostenere l'inconciliabilità fra Chiesa ed evoluzione politico-sociale del mondo moderno. Ulteriori problemi e perplessità sorsero tra gli studiosi, quando si tentò di definire con precisione il valore dogmatico delle ottanta proposizioni: taluni pensarono di doverle ritenere atto autorevole ma privo del carisma dell'infallibilità, altri lo considerarono atto emanante dall'infallibilità del romano pontefice, altri ancora si collocarono su posizioni intermedie. Il concilio Vaticano I assunse e riconfermò in parte le proposizioni del documento. Già i pontefici che seguirono avviarono un'evoluzione che portò la Chiesa e il mondo cattolico a un sostanziale superamento dello spirito che, nel clima delle violente contrapposizioni politico-sociali dell'Ottocento, aveva dato origine al Sillabo. L'idea del catalogo degli "errori modernisti" fu avanzata dal cardinale Gioacchino Pecci (il futuro papa Leone XIII); un'apposita commissione incaricata da papa Pio IX redasse il testo che, per la sua critica intransigente alla cultura moderna e l'opposizione a qualsiasi rinnovamento nel campo politico-sociale suscitò aspre polemiche, anche in ambienti cattolici, che ne misero in dubbio la validità, soprattutto per affermazioni anacronistiche come la condanna della democrazia e del liberalismo e la difesa dell'intolleranza religiosa. Alcune proposizioni condannate furono poi fatte proprie dai modernisti; per questo si indica come "nuovo" il catalogo delle proposizioni moderniste condannate da Pio X (1907).

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