Sentiero CAI 404
(Colere - Cascina Frassinetto - Passo Fontana
Mora)
Aggiornato al settembre 2000 | |
SCHEDA: | ||
Numero CAI: | 404 | |
Altre numerazioni: | ||
Nome o soprannome: | ||
Partenza: | Cascina Frassinetto (1239 m) | |
Arrivo: | Passo Fontana Mora (2253 m) | |
Dislivello: | 1014 m | |
Tempi parziali: | ||
Tempo totale: | ore 2.40 | |
Lunghezza: | ||
Periodo consigliato: | giugno - ottobre | |
Difficoltà: | E (legenda) | |
Attrezzatura: | ||
Note naturalistiche: |
La Malga di Conchetta è un ambiente tipicamente dolomitico con doline e collinette moreniche dell'epoca quaternaria. |
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Note tecniche: |
La parte alta è caratterizzata da ghiaioni dove, fino a tarda primavera, permane la neve. Percorso privo di sorgenti d'acqua. |
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Note storiche: | ||
Bivi ed incroci: |
A Malga Polzone s'incrocia il sentiero CAI 406 (Teveno -
Rifugio
Albani) |
Giunti alla frazione Carbonera di Colere
si sale seguendo la strada forestale (sentiero CAI 403) alla Cascina Frassinetto
(1239 m). Superato il torrente
Rino si lascia, sulla sinistra, il sentiero per il Rifugio Albani e dopo aver passato
l'ultima cascina dei pascoli di Frassinetto ci si inerpica lungo una ripida salita. Il
sentiero è poco evidente, assorbito dal tracciato delle piste di sci
del Polzone, pertanto si segue la traccia vicino al bosco lasciata dai mezzi
fuoristrada che salgono al Rifugio Plan del Sole. Giunti al tombotto, in cemento, si
lasciano le piste per addentrarsi nel bosco e si prosegue oltrepassando la
costruzione dell'acquedotto di Colere. In vista dell'albergo Plan del
Sole, imponente costruzione dominante i pascoli del Polzone
(1),
con due comodi tornanti si perviene al pianoro omonimo (1558 m) dove nel
punto di partenza del secondo troncone della funivia per Cima Bianca s'incrocia
il sentiero CAI 406 (Teveno - Rifugio Albani).
Lasciato il ristorante si prosegue seguendo la pista di discesa
più a oriente, in direzione NW.
Al termine della seconda rampa, all'altezza di un'ampia curva, si abbandona il
tracciato della pista di discesa per prendere il sentiero che
entra nella valle in direzione NW e si punta all'evidente promontorio posto di
fronte denominato Monte Cavallo (1793 m).
Superato con facile sentiero un primo avvallamento, ci si trova su una costa
erbosa che delimita la Val Conchetta verso S. Questo punto è particolarmente
panoramico poiché si può osservare il solco della Val di Scalve per intero
(2).
Si continua ora dolcemente verso NW aggirando un risalto erboso alla cui base
c'è una pozza d'acqua ricavata artificialmente per consentire l'abbeverata
delle bestie al pascolo. Poco oltre lo specchio d'acqua s'incontra
l'unica baita, recentemente ristrutturata, presente lungo il percorso (1792 m):
è sempre aperta e può essere utilizzata come ricovero di
fortuna in caso di maltempo. Nei pressi si possono osservare i resti d'altre
due costruzioni di piccole dimensioni e di
antichi recinti per le bestie, i "barek". In questo punto s'innesta il sentiero
che salendo da Teveno conduce alle propaggini meridionali del Pizzo di Petto che
domina la piccola valle che ci accingiamo a percorrere.
Si prosegue in piano tagliando un avvallamento posto sotto alcune roccette per poi
affrontare una breve salita e superare un'altra depressione caratterizzata da
una dolina. Giunti in prossimità di un terzo avvallamento si può notare il
susseguirsi delle collinette che caratterizzano questa porzione di sentiero, in
questo punto particolarmente evidenti. Sembrano le dune del deserto, anche se le
proporzioni sono più ridotte, ma il fascino e il senso di desolazione che
l'ambiente emana è
ugualmente forte
(3).
Si prosegue verso W risalendo l'ampia conca e, prestando attenzione, da questo punto
si nota che i radi larici
finora
presenti scompaiono totalmente ed il paesaggio diviene sempre più brullo e
sassoso. Si lascia sulla destra il sentiero che conduce alla vetta
del Pizzo di Petto, ora osservabile nella sua forma inconfondibile di pendio erboso.
A quota 1890 metri si possono notare, sul fondo
dell'avvallamento, alcuni muri a secco (resti di recinti) mentre vicino al
sentiero c'è il rudere di una piccola baita.
Si continua ora lungo il fondo dell'avvallamento fino alla sua testata, molto
evidente perché costituita da un piccolo circo glaciale, all'altezza della quale si
piega leggermente a sinistra e si supera un piccolo sbarramento roccioso. Si
prosegue verso NW percorrendo il fondo della valletta ed aggirando la
collinetta morenica ai piedi della parete del Monte Ferrante. Superato questo
tratto, guardando sulla destra in alto si può notare l'evidente tracciato del
sentiero CAI 401 che taglia a mezza costa i pendii detritici soprastanti.
Il nostro percorso si sviluppa ora fra i depositi detritici e si alza gradatamente dal fondo
valle verso la sinistra orografica, in direzione W, puntando all'evidente
intaglio che si vede di fronte in alto, meta dell'itinerario. Con comodi tornanti si supera l'ultimo
tratto incrociando il sentiero CAI 401 ed in breve si arriva al Passo Fontana Mora
(2235 m).
Dal valico, con breve salita in direzione N, si può raggiungere facilmente la
vetta del Monte Vigna Vaga (2332 m).
Proseguendo verso SE lungo il sentiero CAI 401 si può raggiungere il Monte
Ferrante o proseguire per il Rifugio Albani. Dalla parte opposta invece si può
andare al Passo di Manina (1796 m) e da qui scendere alla frazione Nona di Vilminore oppure al paese di Lizzola, in Val Bondione.