Sentiero CAI 412
(Vilmaggiore - Laghi di Varro e di Cornalta
- pizzo Tornello)
Scritto il: | 17/07/1994 |
Aggiornato il: | |
SCHEDA: | ||
Numero CAI: | 412 | |
Altre numerazioni: | Nessuna | |
Nome o soprannome: | Nessuno | |
Partenza: |
1°) Ponte sul torrente Tino 1058 metri 2°) Vilmaggiore (Chiesa SS. Trinità) 1086 metri 3°) Tempio al donatore (antica Pieve di Vilminore) 1080 metri |
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Arrivo: | Pizzo Tornello 2687 metri | |
Dislivello: | 1629 metri | |
Tempi parziali: |
Vilmaggiore - Cassinetti: ore 1.30 Cassinetti - pizzo Tornello: ore 2 - 2.30 |
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Tempo totale: | ore 4.00 | |
Lunghezza: | ||
Periodo consigliato: | Giugno - ottobre | |
Difficoltà: | EE - Escursionismo medio - impegnativo | |
Attrezzatura: | ||
Note naturalistiche: |
Itinerario in ambiente selvaggio, di notevole
interesse botanico, impreziosito da laghetti alpini d'origine glaciale. La vetta del pizzo Tornello, molto panoramica, spazia su tutte le cime della Valle |
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Note tecniche: | Nel tratto fra i Cassinetti ed il lago di Varro, c'è un caratteristico omino di pietra alto circa 3 metri che rappresenta un punto di riferimento in caso di nebbia. | |
Note storiche: | Sulla vetta del monte Tornone, adiacente al pizzo Tornello, è stato posto un cippo dedicato agli alpinisti scalvini morti nel 1981 sul Pukajirka Central | |
Bivi ed incroci: |
Dal lago di Varro una deviazione, con bolli rosso bianco,
permette di raggiungere la vetta del monte Tornone Alla sella fra il monte Tornone e il pizzo Tornello si incontra il sentiero CAI 430 che conduce al rif. Tagliaferri. |
DESCRIZIONE:
Avendo tre differenti punti di partenza si è preferito descrivere il percorso
ponendo l'inizio nel punto in cui è più agevole lasciare le auto.
Oltrepassato il ponte sul torrente Tino, lungo la strada provinciale che collega
i paesi di Vilminore e Schilpario, sulla destra, c'è un comodo piazzale per la
sosta delle autovetture. Attraversata la strada asfaltata, s' imbocca una
stradina sorretta da un muro a secco e aggirata una costruzione, un tempo adibita
a mulino, si sale, inoltrandosi nel bosco. Salendo, la mulattiera diviene un
semplice sentiero, poiché ormai è completamente abbandonata come via di
comunicazione. Giunti nei pressi del torrente, si possono notare, sulla
sinistra, i grandi depositi glaciali wurmiani per poi affrontare una rampa che ci
allontana dall' acqua e, successivamente, con due tornanti, ci si immette sull'
ampio sentiero che proviene dall' abitato di Vilmaggiore
(1).
Percorso un breve tratto in piano, seguito da una ripida rampa che costeggia un prato
posto alla sinistra, si superano due tornanti, per salire su un salto roccioso,
delimitato, a monte, da una valletta con una piccola sorgente.
Poco sopra si incontra un' aia carbonile che non bisogna attraversare; con un
tornante, la si evita, affrontando una seconda rampa.
Passati due tornanti, si incontra una seconda aia, anch'essa evitabile
ricorrendo ad un tornante verso destra e successivamente un pezzo comodo seguito da
due stretti tornanti ed una nuova rampa ripida che porta ad una terza aia carbonile.
In questo punto si immette il sentiero che, partendo dalla Pieve di Vilminore,
sale alla baita di Brandilegno, e,quindi, si collega con il nostro itinerario.
Il nostro percorso prosegue seguendo un altro tornante verso destra e salendo
lungo un tratto ripido, per superare un'ennesima aia carbonile, e attraversare, con
due tornanti, una radura; il bosco, da questo punto, diviene più rado e si nota
un aumento della presenza di larice.
Attraversata una vallecola, con poca acqua, si arriva ad un' altra radura dove,
una volta risalita, ci si può concedere un pò di respiro bevendo ad una sorgente
posta al limitare del sentiero, siamo a quota 1560 metri. Guardando sulla destra, sopra
il sentiero, si scorgono gli impianti di captazione delle acque comunali. E',
questo, anche il confine con il bosco, perché, più oltre, le piante divengono
sempre più rare, lasciando gradatamente il posto alla prateria alpina. Si prosegue con ripidi
tornanti per attraversare una piccola sorgente, posta nei pressi
dei ruderi delle baite Cascinetti, un tempo usate
dai pastori in estate, poste a quota 1719 metri.
Si sale ora, quasi in modo rettilineo, fino a ridosso d'alcune roccette sulla
sponda destra del torrente, dove troviamo una biforcazione. Ambedue i sentieri conducono
alla vetta del Tornello; il primo (1) è il percorso per il lago di Cornalta che
transita davanti alla baita-rifugio di recente sistemazione. Il secondo, (2)
descritto successivamente, porta al lago di Varro, è più diretto ed è
comodo per la salita al monte Tornone.
(1) Antico tracciato:
Superato il torrente, al termine delle rocce, dove il vallone si apre, all'
altezza d'alcuni ruderi posti sulla destra, il sentiero scavalca un dosso e
prosegue entrando nella valletta, quasi sempre secca, che si trova sulla
sinistra, salendo. Successivamente attraversa un torrente e un piccolo
ghiaione, per poi piegare leggermente verso sinistra, lasciando a destra dei
ruderi di vecchie costruzioni.
Lasciato, sulla sinistra, un secondo rudere, prosegue e con ripidi tornanti,
supera un piccolo sperone roccioso, proseguendo costeggiando per un breve
tratto, una vallecola, che si attraversa solo nella parte alta al di
sopra di un caratteristico obelisco di roccia. Attraversata la valle, guardando
in alto, si può scorgere il tetto, in lamiera, della baita che si raggiunge in
pochi minuti e può fornire un riparo in caso di maltempo.
Poco sopra la baita, il sentiero, si divide in due direzioni: per andare al lago
di Cornalta
(3) si segue il tracciato di sinistra. Attraversato un vecchio "barek",
recinto in pietra, prosegue, in direzione W, puntando a dei piccoli ghiaioni
sovrastati da un cucuzzolo tondeggiante. Superata una vallecola,
attraversa, perdendo un poco di quota, un piccolo ghiaione collocato in un
avvallamento, e diviso da un' altra ganda da uno sperone. Risalito,
successivamente, un costolone erboso raggiunge la parte terminale del lago di Cornalta, proseguendo costeggiando il lago in sinistra orografica, alzandosi e
allontanandosi gradatamente dallo specchio d' acqua. Il tratto che segue è poco
evidente e senza dei punti di riferimento chiari, per cui è necessario seguire i
segnavia rosso-bianchi che conducono ad un dosso erboso da cui si vede, di
fronte, il monte Tornone, mentre in basso si scorge l'ometto di pietra, utile
punto di riferimento, continuando ora, a mezza costa, in direzione N-E, puntando
verso il monte Tornone.
Compiuta una leggera discesa e percorso un tratto in piano, ci si trova su un
promontorio a picco sul lago di Varro. In questo punto c'è il collegamento con il
sentiero diretto, che abbiamo lasciato prima di attraversare la valle e,
unitamente, i due percorsi proseguono per la vetta del pizzo Tornello. Si ricomincia a salire,
costeggiando il lago in destra orografica e, superato il piccolo immissario, si
attraversa uno spiazzo roccioso caratterizzato da una fontanella d' acqua
sorgiva.
Si prosegue in direzione N-E, attraversando un ultimo piccolo ruscello e
risalendo, sul lato sinistro, con ripide giravolte, un modesto ghiaione, fino
all' evidente intaglio di quota 2527 metri.
All' intaglio si stacca una traccia di sentiero, sulla destra, di recente
segnatura, che permette di salire, senza grosse difficoltà, alla vetta del monte
Tornone (metri 2577). Per la vetta del pizzo Tornello bisogna proseguire verso
sinistra, in direzione N-E, a mezza costa, superando la testata del canalone che
precipita nella Valle degli Orti.
Su un dosso, nei pressi di un ometto di pietra, s' incrocia il sentiero CAI 430
che permette il collegamento con il rifugio Tagliaferri, posto al passo di Venano. Si
prosegue e, superati due tornanti che consentono di guadagnare l'ampia cresta
del monte, si risale, quest'ultima per facili balzi rocciosi, puntando direttamente alla
vetta, sormontata da una croce in ferro, che si raggiunge in poco tempo (metri 2687)
(4).
DESCRIZIONE TRACCIATO DIRETTO:
(2) Tracciato diretto.
Giunti a ridosso delle roccette sulla sponda destra del torrente, non
attraversando il canale ma restando, nell'ampio vallone erboso, che si apre
sulla destra, si compie un percorso ripido ma più diretto. Risalito il
vallone quasi per intero, fino nei pressi delle rocce che lo sbarrano nella parte
alta, si piega verso sinistra, attraversando il torrente. Si continua a salire
prendendo una direzione N-O, fino ad un comodo prato dove, al limitare di questo
spiazzo erboso troneggia un ometto di pietra alto circa tre metri, che ha la funzione di punto di riferimento,
quota 2125 metri. (In caso di nebbia, per
scendere, prendere la direzione E-S-E.)
La salita continua con un primo tratto pianeggiante in direzione N-E, lasciando,
sul finire del prato, sulla destra, un bel recinto in pietra per le bestie, (barek).
Ora il sentiero ritorna ripido e sassoso, e attraversato un
ruscello, risalito l'ultimo dosso, per affacciarsi sulla sponda del lago di Varro, a quota 2236 metri
(2). Proseguendo verso destra in direzione dell'evidente
costa erbosa, si può salire alla vetta del monte Tornone.
Per proseguire alla volta del pizzo Tornello, invece, si deve attraversare l'emissario del lago
nel punto in cui sono visibili dei resti di costruzione in cemento,
costeggiando, leggermente in salita, il lato sinistro dello specchio d'acqua.
Il sentiero ora a tratti meno evidente, è tracciato in mezzo a ghiaioni e massi
e, poco sopra, su un promontorio, c'è il collegamento con il tracciato che, transitando
per il lago di Cornalta, proviene dalla sinistra. In questo punto i due sentieri si fondono
in un unico tracciato che prosegue alla volta del pizzo Tornello.