Sentiero CAI 423
(Schilpario - Passo Corna Busa - Pizzo Camino)

Aggiornato al novembre 2001
   

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SCHEDA:  
Numero CAI: 423
Altre numerazioni:  
Nome o soprannome:  
Partenza: Schilpario (1135 m).
Arrivo: Pizzo Camino (2491 m).
Dislivello: 1356 m
Tempi parziali:
 
Schilpario - Passo di Corna Busa: ore 2.00.
Passo di Corna Busa - Pizzo Camino: ore 1.30 - 2.00.
Tempo totale: ore 3.30 - 4.00
Lunghezza:  
Periodo consigliato: metà giugno - ottobre.
Difficoltà: EE (legenda)
Attrezzatura:  
Note naturalistiche:



 

La Corna Busa è una struttura geologica particolarmente interessante. Lungo il percorso verso il Pizzo Camino s'incontra una grotta naturale degna di nota. Meritevole d'osservazione la vegetazione alpina.

Note tecniche:

 

In primavera la presenza di neve ghiacciata nel canalino terminale rende il percorso particolarmente difficile e pericoloso.

Note storiche:  
Bivi ed incroci:




 

A Malga di Voia incrocia il "Sentiero Lungo" CAI 419 (Lifretto - Giovetto di Paline).
Alla Malga Alta di Voia arriva il sentiero CAI 414 (Malga Epolo - Malga Alta di Voia).
Al Passo di Corna Busa termina il sentiero CAI 425 (Azzone - Passo di Corna Busa).

Scavalcato il ponte sul fiume Dezzo, nei pressi del museo Etnografico alla periferia di Schilpario, si sale attraversando il piazzale degli Alpini. Anzichè parcheggiare l'auto in questo ampio spiazzo si prosegue lungo la stradicciola che sale sulla destra, e che si sviluppa a monte delle case, seguendo i cartelli che indicano un secondo parcheggio. La partenza del sentiero CAI 423 è ubicata ai bordi del parcheggio stesso e inizia con moderata pendenza superando una recinzione metallica che delimita una proprietà privata. Entrati nel bosco, una prima salita abbastanza ripida non deve spaventare gli escursionisti meno preparati perchè, subito dopo, continua con un tratto più comodo. Il tracciato fino alla Malga di Voia segue la strada forestale, perennemente in ombra, che si snoda nel bosco ed è caratterizzata da due ripide rampe seguite da tratti più comodi. Uscendo dal bosco si attraversa la parte bassa della Malga di Voia  lasciando sulla sinistra le costruzioni recentemente sistemate dell'alpeggio e passando a fianco del recinto in pietra delle bestie.
Si sale, sempre con pendenza moderata, seguendo la destra orografica di un ruscello in direzione SSE. Superato con due tornanti un dosso e attraversata una piccola radura si risale lungo il ruscello per un breve tratto il ruscello allontanandosi poi dall'acqua, salendo fra ontani e radi larici. Al termine della salita si apre un ampio pascolo su cui domina la parete nord del Pizzo Camino (4) che si mostra in tutta la sua bellezza. Sulla costa che degrada nella valle sottostante si incrocia il sentiero con il segnavia CAI 424 che permette un rapido collegamento con la Malga di Epolo alla quale si può scendere  interrompendo la salita al Pizzo Camino. Un tempo, nel centro della conca, esisteva una baita e altri manufatti di cui oggi restano solo alcuni ruderi. Si prosegue in direzione S costeggiando inizialmente una piccola valletta in cui è stata ricavata una pozza per l'abbeverata delle bestie che qui vengono condotte al pascolo. Grazie ad un tornante, che piega verso sinistra, si lascia il solco vallivo e si sbuca in una radura; costeggiandola in diagonale si entra in un ontaneto dove ripidi tornanti conducono in breve al Passo di Corna Busa (1940 m).
Salendo verso destra, seguendo il crinale su tracce di sentiero, si giunge in pochi minuti alla Corna Busa, struttura rocciosa naturale inconfondibile per il gran foro che le assegna il nome (2007 m) (2).
Il sentiero per il Pizzo Camino prosegue inizialmente in direzione SE, in piano, attraversando un primo ghiaione parzialmente erboso. Giunti in prossimità delle rocce, dove è possibile visitare la grotta denominata "Dei Fopponi" che si trova circa venti metri sopra il sentiero, si costeggiano le balze rocciose fino al secondo ghiaione che scende dalla parete ovest della montagna. Si risale questa frantumazione scomposta di pietre restando sulla sinistra e costeggiando le rocce, senza una traccia obbligata. Giunti a ridosso della parete, che chiude parzialmente il ghiaione, si piega a destra per immettersi in uno stretto canale che, con direzione SSE, permette di salire sulla cresta della montagna spartiacque fra i versanti bornese e scalvino (3).
Questo tratto ripido e con roccia friabile può causare dei problemi, soprattutto in primavera quando la neve ghiacciata rende il pendio molto insidioso. Raggiunta la cresta si prosegue verso sinistra in piano fino alla successiva cresta erbosa poi si risale con stretti tornanti fra roccette miste ad erba, fino a giungere alla croce sulla cima (2491 m) (1).
In vetta giunge anche il sentiero n° 82/A delle sezioni CAI della Valle Camonica, proveniente dal Rifugio Laeng, situato sul versante bornese.
Il rientro può avvenire seguendo l'itinerario che scende sul versante bresciano, lungo ma non difficile, oppure percorrendo a ritroso il sentiero di salita.

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