CARTA DEL RISCHIO
La Carta del Rischio del Patrimonio Culturale è un'iniziativa
finalizzata a fornire ai responsabili della
tutela sul territorio e all'Amministrazione Centrale strumenti di supporto
all'attività scientifica e
amministrativa. Raccoglie l'esperienza e l'approccio metodologico del
Piano per la Conservazione
programmata dei Beni Culturali in Umbria, del 1975, il primo esperimento
di valutazione globale dei
fattori di degrado esteso a un intero territorio, la cui validità si
confermò drammaticamente in
occasione dei terremoti del Friuli (1976), e dell'Irpinia (1980).
Delineata in un documento redatto
nell'ambito di "Memorabilia" (1987), intitolato "Per una
carta del rischio del patrimonio culturale",
l'iniziativa si è concretizzata con la legge 84/90, che ne ha finanziato
la realizzazione per 28 miliardi,
attribuendone all'ICR la responsabilità scientifica.
L'iniziativa si articola in due parti :
- Polo Centrale : struttura operativa permanente residente presso il S.
Michele (Laboratorio di Fisica
ICR) per la gestione, alla scala nazionale, di tutte le informazioni
ineressanti la conservazione del
patrimonio culturale;
- Rilevazione del degrado dei monumenti : avvio di un'attività di
valutazione puntuale dello stato di
conservazione delle aree archeologiche, dei monumenti e delle opere
d'arte.
IL POLO CENTRALE
Il Polo Centrale è il centro operativo dellintero sistema. Una
cartografia numerica, basata sul
programma cartografico ARCinfo, costituisce il nucleo del sistema. Questo
gestisce tutte le
informazioni relative allintero patrimonio archeologico e
monumentale nazionale, e i dati relativi ai
processi fisico chimici e ai fenomeni sociali che promuovono il degrado
dei monumenti.
Il primo passo è stato di memorizzare la distribuzione di tutti i
monumenti su mappe computerizzate,
seguendo la divisione territoriale per comuni, basandosi sulle più
complesse e dettagliate guide oggi
disponibili, quelle del Touring Club e le Archeologiche Laterza (37 testi
per oltre 17.000 pagine).
Ciò permette di "visualizzare", con dati certi, lattuale
distribuzione territoriale del patrimonio
archeologico e monumentale e di focalizzare lattenzione su diverse
aree del territorio nazionale
secondo la maggiore o minore concentrazione dei monumenti. In questa prima
fase loperazione non
ha riguardato lenorme patrimonio edile pubblico e privato ricadente,
a vario titolo, sotto la
competenza della nostra amministrazione, ma solo quello di maggiore
rilevanza acquisito come
monumentale dalla più attuale ricerca e considerazione critica e incluso
nei più dettagliati itinerari. Il
risultato è una banca dati di 57.000 elementi (siti archeologici, edifici
singoli, aree urbane) distribuiti
negli oltre 8.000 territori comunali. Questa banca dati è ovviamente
estensibile a qualsiasi altra classe
di monumenti, per esempio ai fabbricati di proprietà privata sottoposti a
vincolo, e non inclusi nei testi
utilizzati.
Dopo questa prima operazione (cartografia numerica nazionale e cosiddetta
Carta della Distribuzione
del Patrimonio), tutti i dati attualmente disponibili da fonti ufficiali e
scientificamente autorevoli e
relative alle tre categorie di pericolosità che compongono il rischio
nellaccezione più vasta, sono state
raccolte, classificate e memorizzate.
Le tre categorie di rischio sono:
a) il rischio statico
b) il rischio ambientale-aria
c) il rischio determinato da fattori antropici
Tutto il lavoro descritto ha configurato un'attività di ricerca,
acquisizione e giustapposizione di
elementi disomogenei, e non una originale raccolta di dati sui fattori di
degrado. L'originalità
complessiva dell'iniziativa consiste proprio nel fatto che essa
"assembla" e razionalizza tutte le
conoscenze ad oggi disponibili dalle più varie fonti per ciò che
interessa la sfera della tutela del
patrimonio monumentale.
Il lavoro compiuto è consistito quindi nella traduzione in linguaggio
informatico unico sia di un
notevole numero di banche dati già esistenti, sia di informazioni non
ancora strutturate in banche dati
vere e proprie; sono state privilegiate le fonti di dati che garantivano
la copertura totale del territorio
nazionale e che consentivano di destrutturare le informazioni seguendo le
aree comunali.
Quanto sopra costituisce il nucleo fondamentale di un patrimonio
conoscitivo a disposizione : -
dell'amministrazione centrale, per attività interessanti il territorio
nazionale; - degli uffici periferici, che
potranno attingere dal centro informazioni interessanti l'area di
competenza, e svilupparle secondo gli
interessi specifici del luogo e del momento : o acquisendo cartografie
alle scale più varie, oppure
formando banche dati geografiche locali ad esempio sui vincoli, sugli
strumenti urbanistici,
sull'abusivismo, ecc.
I TEMATISMI
Rischio statico / Rischio ambientale-aria / Rischio antropico più
specificatamente per i tre tematismi si
è proceduto nel seguente modo :
a) rischio statico
Si è affrontato lo studio di sei fenomenologie (sismica, delle frane e
dissesti, delle esondazioni, delle
valanghe, vulcanica, della dinamica dei litorali) che più di altre
possono avere incidenza sulla statica
dei monumenti.
Le fonti ufficiali da cui si è attinto per la raccolta delle informazioni
sono state :
Sismicità : - Ministero LL.PP. Classifica sismica dei Comuni Italiani.
Frane e dissesti : - Ministero Lavori Pubblici - I movimenti franosi in
Italia, 1964.
- Servizio geologico nazionale
- Memorie della Carta Geologica dItalia - Volume XLVII - Il dissesto
geologico in Italia dal
dopoguerra al 1990 di V. Catenacci, 1992.
Esondazioni : - Carta della Stabilità geomorfologica in Italia -
Ministero dellAmbiente, 1992
- Autorità di Bacino dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave,
Brenta- Bacchiglione
-
Cartografia delle aree esondate per il fiume Tevere, in scala 1:100.000
- Regione Piemonte-CSI-Cartografia dei processi lungo la rete idrografica
: Carta delle aree inondabili,
1991.
- Servizio geologico nazionale-Memorie della Carta geologica dItalia
- Volume XLVII - Il dissesto geologico e geoambientale in Italia dal
dopoguerra al 1990, di V.
Catenacci, 1992.
Dinamica dei litorali :
- Progetto finanziato "Conservazione del suolo"
- Sottoprogetto "Dinamica dei litorali", CNR, 1986 con
l"Atlante delle spiagge italiane".
Si è così composta la banca dati della "Carta della Pericolosità
Statico-strutturale", articolata come
segue.
Sisma :
- Classificazione dei comuni per pericolosità sismica.
Esondazioni :
- Superfici esondabili per comune.
- Superfici esondabili rispetto alla superficie comunale.
Subsidenza :
- Aree di subsidenza per comune.
Frane :
- Franosità su base comunale.
Dinamica dei Litorali :
- Evoluzione dei litorali per comuni costieri
- Indici relativi al movimento della costa, alla subsidenza ed al rapporto
costa-perimetro comunale
Valanghe :
- Superfici interessate da valanghe e/o con predisposizione ad esse, su
base comunale
Pericolosità vulcanica :
- Superfici di bocche vulcaniche, colate e zone soggette a piroclastiti,
su base comunale
b) Rischio ambientale-aria
Per l'analisi dei fenomeni di degrado delle superfici sono stati raccolti
i dati relativi all'inquinamento e
al clima.
Per i fenomeni climatici sono stati considerati : le temperature max e
minima, l'umidità relativa, le
precipitazioni, l'eliofania, l'intensità e la direzione del vento.
I dati climatici di sintesi fanno riferimento ad una rete di rilevamento
nazionale costituita e gestita
dall'Aeronautica Militare, dal Ministero del Lavori Pubblici e dall'UCEA
(ufficio Centrale Ecologia
Agraria) del Ministero dell'Agricoltura e Foreste.
Per l'analisi del rischio derivante da fattori di inquinamento atmosferico
si è tenuto conto: delle
concentrazioni di sostanze inquinanti, delle quantità di emissioni di
inquinanti prodotte (fonti
dell'ISTAT, del Ministero dell'Ambiente e del CORINAIR-ENEA, CNR -
Istituto di Idrobiologia di
Pallanza) e delle deposizioni atmosferiche (pioggie acide).
Per questo oltre ai dati dalle reti di rilevamento sono state raccolte
informazioni sulla presenza delle
industrie, sul numero dei veicoli, sui consumi da riscaldamento, sulla
viabilità e sulla presenza di
grandi impianti. I dati raccolti rappresentano la summa di tutte le
conoscenze disponibili in Italia, e
costituiscono uno strumento rilevante per la ricerca e le analisi del
settore.
Sono state utilizzate le seguenti banche dati :
Dati generali
- "Caratteristiche strutturali dei comuni - censimento 1981, 1985,
1991"
- "Sistema di classificazione delluso del suolo 1991"
- "Popolazione dei comuni-censimento 1981, 1985, 1991"
- "Abitazioni dei comuni-censimento 1981, 1991"
Emissioni :
- "Classificazione delle attività economiche"
- "Industrie dei comuni-censimento 1981, 1991"
- "Veicoli circolanti dei comuni 1985, 1990"
- " Consumi gasolio da riscaldamento nelle provincie 1985, 1991"
- "Consumi gasolio da riscaldamento nei comuni 1985, 1991"
- "Aeroporti 1991"
- "Ponti 1985"
- "Autostrade Km per comune - 1985"
- "Autostrade, veicoli teorici medi giornalieri per tratto -
1985"
- "Corinair dati generali"
- "Corinair emissioni diffuse provinciali 1985"
- "Corinair emissioni diffuse comunali 1985"
- "Grandi impianti-sezione dati generali"
- "Grandi impianti-sezione dati camini"
- "Grandi impianti-sezione dati emissioni stimate"
- "Grandi impianti-sezione dati emissioni comunicate"
Concentrazioni :
- "Reti di rilevamento della qualità dellaria- sezione
anagrafica"
- "Reti di rilevamento della qualità dellaria sezione dati
1978-1990"
Deposizioni :
- "Reti di rilevamento delle deposizioni atmosferiche sezione
anagrafica"
- "Reti di rilevamento delle deposizioni atmosferiche sezione dati
deposizioni 1988- 1992"
- "Reti di rilevamento delle deposizioni atmosferiche sezione dati
precipitazioni 1988- 1992"
Clima :
- "Temperature massime dei nodi"
- "Temperature minime dei nodi"
- "Umidità relativa dei nodi"
- "Precipitazioni dei nodi"
- "Eliofania dei nodi"
- "Intensità del vento dei nodi"
- "Altimetria dei nodi"
- "Nodi-comuni"
- "Temperature massime e minime dei comuni corrette con il gradiente
termico"
- "Direzione e intensità del vento al suolo - sezione
anagrafica"
- "Direzione e intensità del vento al suolo -sezione dati"
Dalla elaborazione dei dati così raccolti, sono individuati 3 indici che
comprendono tre aspetti del tutto
diversi del possibile danno ambientale recato al patrimonio monumentale e
che non sono riconducibili
l'uno all'altro.
1) - indice di erosione, basato sul modello di Lipfert (1989) per i
materiali a matrice calcarea;
2) - indice di annerimento, basato sull'influenza esercitata dalle
emissioni di particellato atmosferico;
3) - indice di stress fisico, basato sull'interazione termica ed
igrometrica tra ambiente e materiale
(interazione che comprende fenomeni come la dilatazione termica, la
gelicità, il tempo di
inumidimento, l'asciugamento ecc).
Sulla base delle informazioni così acquisite si è proceduto alla
classificazione di tutti i territori
nazionali secondo la diversa incidenza dei fenomeni descritti.
Studio del degrado del materiale lapideo: parallelamente a quanto sopra è
stata avviata una
sperimentazione per la valutazione della velocità e delle caratteristiche
del decadimento dei materiali
lapidei esposti agli agenti esterni.
Lo scopo di questo studio è quello di creare, dal vivo, un modello su cui
studiare gli effetti dei fattori
di degrado più significativi, in situazioni tipiche di rischio
ambientale.
Il degrado dei materiali lapidei è infatti funzione del clima, degli
inquinanti aerodispersi e delle
caratteristiche chimico fisiche della superificie esposta. Il modello di
degrado della pietra serve per
programmare in modo efficace gli interventi e per tenere "sotto
osservazione" aree del territorio
nazionale caratterizzate da un elevato indice di rischio (da
inquinamento-clima).
Si è proceduto, a tal fine, ad un rilevamento a campione in siti con
differenti livelli di rischio
ambientale :
- livello 0 (assenza di inquinanti) : abbazia di Santa scolastica a
Subiaco;
- situazione con forte presenza di aerosol marino : Mausoleo di Lucio
Munazio Planco a Gaeta;
- zona urbana con alta concentrazione di inquinanti : Arco di Settimio
Severo a Roma;
Sono stati utilizzati come indicatori del degrado dei monumenti alcuni
materiali lapidei a componente
calcarea. Il rilevamento degli effetti dell'inquinamento atmosferico si
sta eseguendo sia sulle superfici
dei monumenti sia su provini,
posizionati in prossimità dei monumenti stessi, esposti e non alla
pioggia battente, attraverso misure,
analisi e campionamenti secondo metodologie normalizzate.
Lo studio degli inquinanti viene effettuato con una stazione mobile di
rilevamento; si sta eseguendo il
monitoraggio del particellato atmosferico, del fumo nero e del biossido di
zolfo, del PH della pioggia,
e dellozono contemporaneamente al rilevamento dei parametri
climatici e microclimatici.
I risultati delle analisi permetteranno di tracciare un profilo di
distribuzione del degrado e di valutarne
l'intensità. Il confronto tra i dati sui monumenti, quelli sui provini e
quelli ambientali permetterà di
definire l'aggressività dell'ambiente e comprendere la velocità dei
processi alterativi ad essa legati; la
finalità ultima sarà quella di individuare se possibile, una
"funzione di danno" per diversi
materialilapidei.
c) Rischio antropico
Come fattori di rischio antropico sono state valutate le azioni che
direttamente possono determinare
una alterazione dello stato del bene o modificare il contesto in cui
questo è ubicato.
La "pressione antropica" è stata " misurata"
attraverso la densità demografica, l'"abbandono" di aree o
centri abitati, la concentrazione urbana dell'edificato, i flussi
turistici, i visitatori di opere d'arte, il
numero dei furti (fonti ISTAT - ENIT - Carabinieri T.P.A. - Ministero Beni
Culturali ed Ambientali).
Lo studio è stato indirizzato nella ricerca di quelle aree o situazioni
in cui la mancata pianificazione del
territorio o dell'organizzazione della fruizione del patrimonio, può
determinare situazioni di rischio
diretto o indiretto.
Sono state utilizzate le seguenti banche dati :
Territorio :
- Popolazione residente per comune - ISTAT 1971, 1991
- Superficie comunale - ISTAT 1991
- Uso del suolo : superficie urbanizzata, agricola, forestale, cave, acque
- ISTAT 1991
- Abitazioni occupate e non
- ISTAT 1991
- Abitazioni per epoca di costruzione - ISTAT 1991
Turismo :
- Ricettività alberghiera numero dei posti letto e delle camere per
categoria (dati comunali)
ISTAT-ENIT 1990
- Ricettività alberghiera : numero di giornate/letto disponibili (dati
provinciali) ISTAT-ENIT 1991
- Movimento clienti : arrivi e presenze dei clienti italiani e stranieri
per tipo di categoria alberghiera
(dati provinciali) ISTAT - ENIT 1991
Visitatori :
- Musei Statali : numero dei visitatori, paganti e non, per mese, nome e
tipologia dellIstituto (dati
comunali) M.BB.CC.AA. - ENIT 1990, 1991
- Musei non statali : numero dei visitatori, paganti e non, per anno, nome
e tipologia dellIstituto (dati
comunali) ENIT 1988, 1991
Furti :
- Numero delle denunce di furti di opere darte per comune e
tipologia delcontenitore
- TPA - Tutela Patrimonio Artistico, Carabineri - 1981/92.
E stata così composta la Carta del Rischio Antropico; seguendo le
aree municipali sono state
quantificate le seguenti dinamiche :
1) abbandono delle aree;
2) concentrazione di popolazione;
3) pressione turistica;
4) suscettibilità al furto;
RILEVAZIONE DEL DEGRADO DEI MONUMENTI
Parallelamente alla realizzazione del Polo Centrale, è stata
realizzata vasta indagine sullo stato di
conservazione di oltre 700 monumenti archeologici e architettonici
distribuiti su quattro aree, che
coprono Lazio, Campania, Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e Lombardia.
Questo studio è stato
effettuato con schede messe a punto dall'I.C.R., le quali fanno proprio,
per la parte identificativa, il
linguaggio logico e informatico già in uso per la normale attività di
catalogazione presso l'I.C.C.D. e le
Soprintendenze per ovvi motivi di omogeneità linguistica nell'ambito
della struttura scientifica del
Ministero, ma che mirano soprattutto alla rilevazione dello stato di
degrado dei manufatti.
Questa attività è finalizzata alla realizzazione di uno strumento per la
valutazione a basso costo dello
stato di conservazione dei monumenti e delle opere d'arte, che soddisfi i
seguenti requisiti :
1) unicità logica e lessicale;
2) valutazioni metriche certe sia degli elementi costitutivi del manufatto
sia dell'estensione e della
gravità delle diverse forme del degrado;
3) agevole archiviazione dei dati delle rappresentazioni grafiche e
fotografiche degli stessi.
In sostanza per ogni monumento vengono rilevate le estensioni dei vari
elementi costruttivi e
superficiali, distinguendone i materiali e le tecniche di realizzazione. I
danni riscontrati, rigidamente
classificati, vengono valutati percentualmente, attribuendo agli stessi un
grado di gravità e di urgenza.
Ciò riguarda le architetture antiche, il rudere archeologico e il
monumento medievale e moderno, ma
anche le opere d'arte e le pertinenze decorative del monumento antico. A
ciò si accompagna una
valutazione delle condizioni gestionali e dell'intorno urbanistico del
monumento stesso, eventualmente
suddiviso in unità funzionali.
A parte la funzione di strumento per il rilevamento e la gestione di
informazioni sullo stato di
conservazione e di gestione dei singoli manufatti (il cui uso è di
diretto interesse dei responsabili del
bene), le schede vengono anche utilizzate per rilevazioni di tipo
statistico di interesse generale e
centrale. Con un metodo appositamente messo a punto per questo progetto
alcuni valori contenuti
nelle schede stesse vengono elaborati in maniera comparativa allo scopo di
determinare la
"vulnerabilità" del manufatto, ovvero la suscettibilità che lo
stesso possiede di degradarsi nel tempo.
Più in particolare, per ogni monumento sottoposto all'indagine viene
redatto un apposito fascicolo (o
"modulo") suddiviso nelle seguenti sezioni :
SCHEDA 1 : UNITA' EDILIZIA STORICA : è la sezione che contiene le
informazioni principali
relative ai manufatti architettonici. E' suddivisa nei seguenti paragrafi
:
1) - dati identificativi e di localizzazione (si tratta dei campi
essenziali per l'individuazione dei beni,
tratti - con identica struttura - dalle schede di precatalogo predisposte
dall'I.C.C.D.);
2) - anamnesi (vengono riportate le principali notizie storiche, con
struttura analoga a quella delle
schede dell'I.C.C.D., ma con particolare attenzione agli eventi più
significativi per la conservazione del
manufatto);
3) - indicazioni metrologiche;
4) - dati di vulnerabilità: si tratta del paragrafo nel quale sono
registrati i danni rilevati, divisi per
tipologie, ciascuno con diverse gravità, estensione e grado di
urgenza riportati separatamente per i 12
elementi costruttivi (fondazioni, strutture in elevazione, strutture di orizzontamento, coperture,
collegamenti verticali, pavimenti interni, pavimentazioni esterne,
rivestimenti interni, apparato
decorativo interno, rivestimenti e decorarazioni esterne, infissi interni
e infissi esterni) e per gli
impianti. La sezione è articolata i due diversi livelli di
approfondimento : il primo, più sintetico,
prevede 6 classi di danno (danni strutturali, disgregazione del materiale,
umidità, attacchi biologici,
alterazione degli strati superficiali, parti mancanti); il secondo,
maggiormente analitico, prevede
l'approfondimento delle osservazioni sino a 31 tipi di danno, aggregati
alle 6 classi, e una articolazione
molto dettagliata dei materiali e delle tecniche utilizzate. La sezione è
sempre corredata da allegati
grafici e fotografici.
SCHEDA 2 : COMPLESSO E MONUMENTO ARCHEOLOGICO : è la sezione che
contiene le
informazioni principali relative ai monumenti archeologici. E' suddivisa
in paragrafi, i quali ricalcano
essenzialmente la struttura prevista per i manufatti architettonici, ma
prevedono informazioni
aggiuntive, connesse alla specificità archeologica;
- manutenzione, sistemi di protezione e di sicurezza;
- rinvenimenti e scavi.
SCHEDA 3 : OPERE D'ARTE; PAVIMENTI, RIVESTIMENTI PARIETALI, DECORAZIONI
E
MATERIALI LAPIDEI ARCHEOLOGICI : si tratta delle sezioni dedicate
rispettivamente, a oggetti
d'arte e elementi archeologici di pertinenza dellarchitettura di
particolare pregio ed interesse
conservativo, collocati entro manufatti oggetto del rilevamento. In
analogia alle precedenti sezioni, è
prevista una suddivisione in paragrafi :
1) - dati identificativi e localizzazione ( si tratta dei campi essenziali
per l'individuazione dei beni, tratti
- con identica struttura - dalle schede di precatalogo predisposte
dall'I.C.C.D.);
2) - anamnesi (vengono riportate le principali notizie storiche, con
struttura analoga a quella delle
schede dell'I.C.C.D., ma con particolare attenzione agli eventi più
significativi per la conservazione del
manufatto);
3) - indicazioni metrologiche;
4) - dati di vulnerabilità, tra i quali viene indicata l'estensione della
superficie danneggiata ( e relativo
grado di urgenza) e quindi, per ogni alterazione specifica (individuata
entro un lessico che prevede 57
diverse tipologie aggregate nelle 6 classi già presenti nella scheda
relativa al monumento : danni
strutturali, disgregazione del materiale, umidità, attacchi biologici,
alterazione degli strati superficiali,
parti mancanti), registrata l'estensione percentuale dell'area
interessata;
5) vincoli e sistemi di protezione.
SCHEDA 6 : CONTENITORE DI MANUFATTI MOBILI : si tratta della sezione
dedicata a quei
fabbricati che svolgono anche la funzione di contenitori di oggetti d'arte
e/o reperti archeologici
(musei, depositi archeologici, ecc). E' suddivisa nei seguenti paragrafi
principali;
1) - dati giuridico amministrativi (condizioni giuridiche, gestione,
formazione della raccolta,
inventariazione);
2) - distribuzione degli ambienti (esposizioni, depositi, laboratori);
3) - indicatori significativi delle raccolte (quantità degli oggetti,
superfici dedicate, custodi);
4) - vulnerabilità degli ambienti e impianti di sicurezza.
SCHEDA 7 : DATI ANALITICO-STRUMENTALI : si tratta della sezione
dedicata ai dati
analitico-strumentali, rilevati durante l'indagine. Può essere rivolta
all'intero monumento o ad oggetti
identificati nelle sezioni 30A-3RA. Per ogni bene vengono riportate :
1) - le condizioni climatiche medie ed i dati relativi all'inquinamento,
rilevati da stazioni
territorialmente attigue, istituzionalmente preposte alla registrazione di
tali dati;
2) - i danni di origine biologica, ed i fattori biodeteriogeni, rilevati
tramite campionamento in loco ed
analisi al microscopio;
3) - i danni di origine chimica, con determinazione dei sali solubili
rinvenuti e caratterizzazione dei
materiali e delle alterazioni, tramite diffrattometria e/o sezione
statigrafica sottile;
4) - i danni di origine fisica, con determinazione del contenuto d'acqua
nelle pareti e rilevamento
diretto dalle condizioni microclimatiche in prossimità del bene.
SCHEDA 8 : VULNERABILITA' SISMICA : si tratta di una sezione di approfondimento delle condizioni statico-strutturali dei beni architettonici medievali e moderni, compilata secondo un tracciato predisposto a cura del Comitato Nazionale per la Prevenzione del Patrimonio Culturale dal Rischio Sismico.Gli elementi costitutivi del manufatto e di relativi danni vengono ulteriormente disaggregati e numerati; anche i livelli di gravità del danno risultano articolati su più livelli; viene identificata la causa probabile del degrado e formulata una diagnosi di urgenza dell'intervento.
SCHEDA 9 : PERICOLOSITA' ANTROPICA ED ESPOSIZIONE DEI BENI : è la
sezione dedicata al
"rischio antropico", nella quale vengono segnalati - oltre ad
indicatori della vulnerabilità del bene in
ragione dei danni subiti o potenziali - anche le condizioni di
pericolosità locale, ascrivibili al contesto
di collocazione del manufatto. Per ogni "unità funzionale"
nella quale il bene risulta scomponibile
vengono rilevate informazioni concernenti:
1) - accessibilità e notizie inerenti i sistemi di protezione passiva;
2) - studio del contesto localizzativo in cui l'immobile è inserito,
attraverso il rilevamento puntuale
della sua trasformabilità fisica (densità e tipologia del costruito) e
normativa (esistenza o meno di
Piano regolatore, piani attuativi, piani particolareggiati; vincoli
amministrativi), flussi di traffico e
infrastrutture civile e industriali. Rilevamento delle pratiche
manutentive delle aree a verde, e delle
costruzioni, ecc;
3) - studio delle unità funzionali in cui il bene può essere scomposto,
con rilevazione dei modi d'uso
del bene, dei flussi d'utenza, delle modalità di fruizione;
4) - modi di gestione del bene, con rilevamento del personale addetto
delle disponibilità finanziarie e
dei problemi attinenti la sicurezza (furti, danneggiamenti, ecc). Un
semplice sistema di gestione delle
immagini, chiamato fotogrammetria speditiva, è stato messo a punto per
questo progetto. Esso
consente di archiviare immagini misurate e in scala, sulle quali
è possibile rappresentare i differenti
tematismi del degrado, e quindi archiviare immagini che consentono anche
una valutazione metrica
corretta al 90-95% delle differenti grandezze. In questo modo, una volta
effettuata la campagna di
schedatura, saranno agevolmente archiviate e gestibili tutte le misure
degli elementi costitutivi dei
monumenti sottoposti a tutela, le misure delle porzioni degli stessi
elementi costitutivi interessati dal
decadimento, la qualificazione dello stesso decadimento. Ciò faciliterà
la gestione delle operazioni
inerenti gli interventi di conservazione, dalla possibilità di misurare
leventuale ampliamento delle aree
interessate dal degrado alle operazioni più strettamente contabili o di
perizia.
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