Articolo tratto da "Annuario C.A.I. Bergamo 2005" aggiornato dall'autore nell'agosto 2009
"I roccoli della Valle di Scalve"
Giancelso Agazzi
Link consigliato: I roccoli di Maurilio Grassi

Per pura curiosità vale la pena ricordare che nel 1950 in Lombardia erano in funzione 1072 roccoli, dei quali ben 340 nella nostra provincia. Nel 1968 il numero dei roccoli è sceso a 725, dei quali 299 in provincia di Bergamo. Nel 1971, anno successivo alla legge che ha ridotto in modo pesante la pratica dell' uccellagione, i roccoli lombardi sono scesi a 172, con 42 impianti di cattura situati nella nostra provincia. La stessa evoluzione è stata seguita dai roccoli scalvini. Voglio parlare appunto di questi roccoli perché li ho visitati tutti, fotografandoli nei loro particolari e rimanendone alquanto incuriosito per le loro particolarità.
Ho raccolto interessanti notizie e spunti da Manfredo Bendotti, di Colere, detto "Mago", da Luigi Lenzi di Azzone, dall' amico Santino Calegari, da Franco Radici, nonché da Massimo Magri di Vilminore, da Imerio Prudenzi di Shilpario e da Giorgio Capitanio di Vilminore. All'inizio gli impianti di cattura scalvini erano più di trenta.
Costituiscono la testimonianza di un'antica tradizione, che si perde negli anni. Di alcuni sono visibili soltanto i ruderi (Busmino, Basulì, Pierì, Maj, Oselandina della pieve di Vilminore); altri sono ancor bene conservati, mentre di taluni rimane solo il casello. In passato esisteva un roccolo (temporaneo) al Passo della Manina, con casello in legno, da anni scomparso. Molti appartenevano alla parrocchia, come quelli situati nel comune di Azzone. Il "sentiero lungo" permette di visitarne alcuni, rappresentando un notevole spunto per osservare questi impianti arborei, effettuando nel contempo una magnifica escursione in ambiente alpino. Sono una realtà che definirei storica molto interessante e che, credo, in pochi conoscano.
Mi sono dilettato ad andare a riscoprirli spendendo molte giornate tra le belle montagne della Val di Scalve. Un tempo situati in posizioni strategiche per il passaggio degli uccelli migratori e, perciò, bene in vista, attualmente, con l'avanzare della vegetazione quasi tutti questi roccoli si trovano ormai nascosti dal bosco e, quindi, risultano difficili da scoprire. Sono per lo più situati a quote comprese tra i 1500 ed i 1900 m. e la maggior parte di essi si trova sulla bastionata calcarea meridionale, nei comuni di Schilpario e Azzone.
E', perciò, diventata quasi un'impresa andarli a trovare e riscoprirli. Il più in alto è quello di Cimalbosco (proprietario Sig. Grassi), situato sopra al bivio tra la strada che va al Passo del Vivione e quella in terra battuta che si dirige verso il Passo dei Campelli. Ha un casello piuttosto piccolo ed un breve giro di piante, come erano i tipici roccoli di alta montagna.
Del roccolo del Pizzo (del Pis) e di Busmino (1683 m.) rimangono solo i ruderi, situati uno tra Epolo e la Val Voja, e l'altro tra le valli di S. Elisabetta e quella di Sopracroce, sopra la strada che da Schilpario porta alle miniere di ferro.
Poco rimane del roccolo di Ezendola (1676 m.) vicino a Epolo.
Pure del roccolo del Basulì, situato a circa 1625 m. sopra Barzesto rimane quasi solo il ricordo o poco altro.
Sicuramente si tratta di impianti che funzionavano nell' Ottocento o agli inizi del Novecento.
Il roccolo della Clusorina (Gianni Novelli) sorge a 1510 m. sul versante sinistro orografico della Valle di Scalve, posto su un promontorio che guarda verso Schilpario, situato in mezzo al bosco e ancora funzionante. Lo si scorge bene da Vilmaggiore. La sua "armada" o "sigaler" è abbastanza visibile lungo il profilo della costa di bosco davanti alla vetta del Pizzo Camino.
Molto caratteristico il roccolo delle Streghe (Cirillo Bettoni), situato su di un colletto sopra Azzone. E' piccolo, abbastanza ben conservato e molto caratteristico, in mezzo ad un prato, con una vista magnifica sulla valle e verso il massiccio della Presolana. Lo si scorge in lontananza scendendo dal Passo della Presolana prima di giungere all' abitato di Dezzo.
In fila uno sopra all' altro lungo una costa di bosco si trovano i tre roccoli di Monte Nuovo, ben riconoscibili, anche se la vegetazione li ha quasi del tutto inglobati. Incontriamo in successione, salendo dal basso, il roccolo di Giacomo Bettoni (Nuare), il roccolo della parrocchia di Azzone ed il roccolo di Modesto Lenzi. Si tratta di impianti di dimensioni modeste, tipici dell' alta montagna. Nella zona situata tra Azzone ed il Giovetto si incontrano alcuni altri impianti: il roccolo di Stenterello (Carlo Lenzi), lungo una costa di bosco che scende sopra Azzone ed il roccolo della Stadera (Romolo Bettoni) a quota 1629 m., sopra le Some, o meglio, sopra le malghe del Negrino, situato sulla costa della Stadera.
Più in basso è situato il roccolo di Armando Morelli in località Plan del Sec.
Poco lontano dall' abitato di Azzone, in località Castelletti,si trova il roccolo della parrocchia, ormai con un casello ristrutturato e mal riconoscibile in mezzo ad un bosco invadente.
Sopra Vilminore di Scalve si trova il roccolo di Cricoi, un tempo noto per le abbondanti catture di cesene; attualmente, ne rimane il casello di recente ristrutturato e situato su di un ripiano del fitto bosco . E' di proprietà del Sig. Carlo Bonicelli. Dall'abitato di Pianezza si segue un sentiero in piano tra i prati e, poi nel bosco verso Est; si cammina per una trentina di minuti e, poi, lo si incontra su di una dorsale del bosco in una posizione molto bella. Le caratteristiche del casello sono ben conservate. E' un tipico roccolo di montagna, con un casello piccolo e molto essenziale. Godeva, in passato, della vista sul Pizzo Camino e sul versante settentrionale della Presolana. Attualmente, le piante ne hanno ridotto la visuale.
Da non dimenticare i roccoli situati sopra il Passo del Giovetto : il roccolo de Mes a 1309 m. nel mezzo del bosco, il roccolo del Passo del Giovetto (1275 m.), trasformato in abitazione, il roccolo del Planes, con le piante che si confondono con il sottostante bosco, in mezzo ad una magnifica radura con vista stupenda sulla Presolana specie di primo mattino, non lontano dalla malga Freisa ed il roccolo del Tone Gat, il più alto a 1707 m., ora trasformato in abitazione di quota.
Situati in provincia di Brescia, ma vicini alla Val di Scalve i tre roccoli di Prave sono posti in una posizione magnifica, quasi di fronte al Passo della Presolana, ormai sopraffatti dal bosco che li circonda.
Ancora ben conservato il casello del roccolo del Polzone (1500 m.) sopra Colere, funzionante fino agli anni '70 (proprietario il Sig. Francesco Capitanio) situato al limite del bosco, mentre si ricorda un vecchio roccolo situato sulla costa di Valnotte, di cui non rimane più nulla.
Sulla strada che porta da Vilminore a Teveno si incontrano il roccolo di S. Carlo, sopra l'omonima chiesetta (a dieci minuti dalla strada), e quello di Pezzolo, con un casello cadente ma molto grande, importante e con alberi secolari.
A Vilminore si incontra l’importante casello del roccolo della Pieve, altro bell' impianto datato, funzionante fino agli anni '70 e di proprietà degli
eredi della signora Matilde Bonicelli.
A Vilminore si trovava in passato pure un altro impianto di cattura, posto vicino al paese, noto ai tempi con il nome di "Oselandina".
Due i roccoli che si incontrano al Passo della Presolana: il roccolo Imberti situato sui pendii che salgono verso la Presolana, un tempo isolato, ed ora stritolato dalle abitazioni che sorgono in parte, ed un altro roccolo, situato sotto il passo scendendo verso il Dezzo, un tempo impianto di cattura per studio degli uccelli migratori. Attualmente i due roccoli sono stati trasformati in abitazioni.
L'unico roccolo al momento in funzione in Val di Scalve, è quello della Clusorina (1510 m.), gestito da Guido Giudici. Gli altri costituiscono un piccolo patrimonio architettonico, che vale la pena conservare e proteggere, per non dimenticare un'antica ed importante tradizione bergamasca.

Link consigliato: I roccoli di Maurilio Grassi

www.scalve.it