La luce può essere misurata in molti modi (watt, candele,
lumen, lux…), ma per il fotografo l'unità più comoda sono gli E.V.
E.V. è la sigla delle parole inglesi "Esposition Value"
(Valore d'esposizione) ed hanno la caratteristica di permettere l'immediata
conversione in una coppia di valori diaframma/tempo.
Maggiore è il numero degli E.V. e maggiore è l'intensità
luminosa che giunge alla pellicola.
Gli E.V. sono calcolati in modo tale che quando la luce varia
di un E.V. per compensare basta spostarsi di un tempo (o di un diaframma).
Per essere più espliciti se la luce aumenta di un E.V.
significa che per far giungere la corretta intensità luminosa alla pellicola
basta chiudere di un diaframma (oppure di un tempo); viceversa se la luce cala
di un E.V. basta aprire di un diaframma (o di un tempo). Nella
tabella questo fatto lo si vede chiaramente (vedi
tabella). E' tuttavia importantissimo ricordarsi che il tempo ed il
diaframma non cambiano solo in base all'intensità della luce ma anche in base
alla sensibilità della pellicola usata (che già detto parlando della
sensibilità e della sua unità di misura).
Ne deriva che la conversione tra E.V. e la coppia di valori
tempo/diaframma deve essere riferita ad una pellicola con una data sensibilità
e per essere più esatti si può sempre dire che gli E.V. sono riferiti a 100
ASA.
Nel caso che si usi una pellicola con una sensibilità
maggiore si potranno usare diaframmi più chiusi (o tempi più brevi); mentre
con una pellicola di sensibilità minore si dovranno usare diaframmi più aperti
(o tempi più lunghi).
Per prevedere quanti tempi (o diaframmi si perdono o si
guadagnano) si deve vedere di quanto la sensibilità della pellicola si discosta
dai 100 ASA. Questo conto è molto facile usando gli ASA perché si è già
visto che raddoppiando gli ASA si dimezzano i tempi e dimezzano gli ASA si
raddoppiano i tempi. Per fare un esempio pratico se si ha un'intensità luminosa
di 14 E.V. ed una pellicola di 100 ASA si devono usare "f32" e "t
1/15" mentre con una pellicola di 400 ASA (quattro volte più sensibile) si
può usare un tempo 4 volte più veloce e quindi si ha "f32" e "t
1/60".
Con i DIN il conto è più complesso perché ci si deve
ricordare che occorre spostarsi di tre DIN per poter cambiare l'esposizione di
un tempo o di un diaframma e quindi se invece dei suddetti "f32" e
"t 1/15" a 100 ASA (ovvero 21 DIN) si vuole usare "f32" e
"t 1/60" si deve usare una pellicola di 24 DIN.
La formula che lega i tempi con i diaframmi con gli E.V. a
100 ASA è valida per pellicole a 100 ASA
(vedi figura 10)
Nel caso che si voglia far apparire nella formula anche la
sensibilità della pellicola si ottiene: (vedi
formula).
Dal punto di vista pratico gli E.V. si possono abbinare a
varie condizioni ambientali e quindi scegliere la corretta esposizione valutando
ad occhio la luce ambiente e quindi la tabella
ha solamente un valore
indicativo.
In ogni caso prima che le macchine fotografiche avessero
tutte l'esposimetro incorporato tabelle come questa erano di uso comune per
tutte quelle persone che non possedevano un esposimetro esterno (ad uso manuale)
ed ancora oggi stampano sulla parte interna della confezione di alcuni rullini
si possono trovare tabelle illustrate per l'uso della pellicola senza
esposimetro.