Il potere risolutivo è la capacità di saper
distinguere due punti il più possibile vicini tra loro.
Più il potere risolutivo di un obbiettivo è elevato più nitida e dettagliata darà
l'immagine proiettata sulla pellicola.
Il potere risolutivo viene misurato misurando (in secondi) l'angolo delimitato dai due
punti osservati e dal centro dell'obbiettivo (figura
5); più l'angolo è piccolo più il potere è elevato.
L'immagine dei due punti (in realtà si usano
dei cerchi) si considera ancora distinta quando la circonferenza dell'uno passa attraverso
il centro dell'altro dando nel complesso un'immagine simile ad un "8" sdraiato (riquadro in alto a destra della figura 5).
In teoria (in un obbiettivo perfetto e con due oggetti veramente puntiformi) due punti
distinti nella realtà dovrebbero essere sempre distinti anche nell'immagine e quindi si
avrebbe un potere risolutivo praticamente infinito (ovvero un angolo praticamente nullo).
Per fare che questo accada si dovrebbe ipotizzare che in una lente reale i raggi
provenienti da un oggetto puntiforme convergano tutti su di un unico punto immagine; cosa
che in realtà non accade.
Per semplificare il discorso si è scelto di porre l'oggetto puntiforme all'infinito
perché in questo modo la distanza tra l'obbiettivo e la pellicola è pari alla focale.
In una lente teorica tutti i raggi paralleli all'asse della lente e provenienti
dall'infinito convergono in un unico punto detto fuoco e la distanza lente - fuoco è
detta focale (figura 6, parte alta).
In una lente reale man mano che i raggi
colpiscono la lente in posizione via via più periferica vengono via via più deviati con
il risultato finale di non ottenere più un'immagine puntiforme ma un segmento i cui
estremi sono indicati dai due punti detti FUOCO MARGINALE e FUOCO PARASSIALE (indicati con Fm e Fp nella parte bassa della figura 6).
Dato che non si forma un'immagine puntiforme si assume come tale la zona in cui il fascio
di raggi ha il diametro minore; questa zona è chiamata CERCHIO DI MINIMA CONFUSIONE (indicata con la sigla Cmc in figura 6).
A questo punto si può dire che il potere risolutivo dipende dalle dimensioni del cerchio
di minima confusione; ovvero più il cerchio è grande più il potere risolutivo è
piccolo.
In oltre si può anche dire che due punti risultano tra loro distinti quando i rispettivi
cerchi di minima confusione risultano posti in modo tale che la circonferenza dell'uno
passi attraverso il centro dell'altro (riquadro in
alto a sinistra della figura 5).
Questa "anomalia" rispetto al comportamento teorico diventa sempre più
accentuata all'aumentare del diametro della lente; o meglio all'aumentare dell'apertura
del diaframma. Ne deriva che usando l'obbiettivo con il diaframma chiuso si ha un potere
risolutivo maggiore rispetto al suo uso con il diaframma aperto e quindi si avranno
immagini più distinte e definite usando diaframmi chiusi.